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Ecce Vita  Affresco, dipingere un’entità in divenire, l’impasto steso sul supporto, i pigmenti che devono essere stesi sull’intonaco ancora umido, il disegno accennato dopo essere stato provato e ripr
17-03-2018
ECCE VITA la via crucis del quotidiano / LA VIE EN ROSE la donna di Carlo Brenna
ECCE VITA battistero di San Giovanni in Galliano CANTU' / AL VIE E ROSE corte san Rocco via Matteotti 39 CANTU'
Durante il mese di MARZO , mese dedicato alla Donna, il maestro Carlo Brenna , con il patrocinio della città di Cantù, proporrà parallelamente due sue mostre significate per il periodo scelto, in due luoghi simbolo della città.
Al battistero di san Giovanni in Galliano di Cantù verrà esposta ECCE VITA, la via crucis del quotidiano, la poetica e l’estetica della croce secondo l’artista.
Alla Corte san Rocco di via Matteotti, verrà proposta LA VIE EN ROSE, la donna di Carlo Brenna.
ECCE VITA è pensata ed ideata secondo la tematica e lo spirito che permea l’intero operato del maestro : l’esaltazione della figura femminile che come dice lui stesso è bellezza, è sofferenza, è passione. In questo preciso caso l’artista parte da un percorso storico ( la passione di Gesù ), ma poi lo reinterpreta secondo una sua simbologia , un suo pensiero costante che vede la figura della Donna, centrale alla vita. Ecce Vita, opera del 2014, è già stata esposta al pubblico nell’anno 2015 nella chiesa di Macherio tramite l’assessorato alla cultura e presso il centro culturale la Filanda di Soncino, antistante il castello, durante la Pasqua 2017. L’opera consta di 12 tavole realizzate in affresco dalla dimensione di cm 100x100
Ogni anno siamo alla ricerca di spazi che possano accogliere ECCE VITA .
Ogni periodo dell’anno è propizio , la ma santa Pasqua è , secondo me, il periodo più proprizio per poter ascoltare ed ascoltarci nella solitudine di noi stessi, per fare deserto e per capire il senso della nostra vita. Ecce vita aiuta a fare tutto ciò ed il battistero di Galliano permeato della sua storia di cristianità antica è luogo secondo noi ideale per accogliere un’opera realizzata in affresco, l’antica tecnica murale che troverà all’interno del battistero romanico un suo più ampio respiro.
( La testimone velata )
Ecce Vita
Carlo Brenna, novello trovatore, ci conduce lungo una via crucis dove è costante la presenza della croce, simbolo del cristianesimo, trasfigurata nelle coordinate equoree dell’amore, una linea verticale attraversata da una linea orizzontale, il tratto verticale ascendente discendente che è ordinata dell’amore divino, dall’uomo a Dio, da Dio all’uomo, e il tratto orizzontale che è ascissa dell’amore reciproco, da uomo a uomo…
E nell’interpretazione da dolce stilnovista, il punto di raccordo della croce, di contatto fusione tra uomo e Dio è la Donna, l’amor cortese che con metafore e simbolismi, racconta la Passione con immagini di caritas (Dio è amore, Deus caritas est), amore consapevole che vuole il bene dell’altro, piuttosto che di eros, l’amore che cerca l’appagamento la soddisfazione, la racconta attraverso un’opera che stende il tratto, metafisico rigoroso e assoluto, su di un tappeto di colori che associano le immagini attivando l’inconscio, ciò che non si vede è quanto viene trasmesso e percepito, il dettaglio a fare la differenza, surreale, l’amore della Donna, ultimo essere della creazione e così necessaria per portare a compimento la redenzione..
Affresco, dipingere un’entità in divenire, l’impasto steso sul supporto, i pigmenti che devono essere stesi sull’intonaco ancora umido, il disegno accennato dopo essere stato provato e riprovato sui bozzetti e buonalaprima, le mani dell’artista in sincro con i suoi occhi con il suo respiro.. la scelta della tecnica pittorica che già racchiude l’emozione dell’esaltazione del momento che vive l’estro, unico e irripetibile, una spontaneità che non nasce dall’improvvisazione ma dalla scrupolosa preparazione …

“E’ la prima volta che guardo da uomo di fede una sua opera
religiosa.
Femminilità è la prima cosa che si nota e non stona il fatto che sia abbinata
alla figura del Cristo perché nella metafica non c'è un essere sottomessi alla
legge storica.
Come con artisti quali De Chirico la storia, con la sua espressione classica,
si mischia alla fantasia, con la sua espressione barocca, producendo un mondo
dove l'estetica porta un messaggio nella storia di chi guarda.
Inoltre altre due realtà si mischiano "l'Eros e l'Agape" falsamente
antagoniste nella spiritualità.
Il "Dio madre" tanto caro a Giovanni Paolo I (Luciani) lo troviamo in un
Figlio che incarnandosi è nato maschio ma che non può fermarsi alla
connotazione anagrafica di genere ma entra in quella dell'Umanità intera che
non ha nel complesso una identificazione sessuale.
Il singolo Uomo si fonde con l'altro Uomo e con il Dio fatto Uomo e
nell'insieme si ha l'idea di una realtà che va oltre la natura creaturale.
Dio non ama i confini ben stabiliti e i muri divisori:
"E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e
femmina li creò." (Gn 1, 27) qui sia il maschio che la femmina sono ad immagine
di Dio.
In Isaia Dio allatta, protegge e coccola il suo bambino.
ed addirittura in Gal 3,28 "Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la
fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete
rivestiti di Cristo. Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non
c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù".
Questo caos di genere ci porta al caos dell'incarnazione e dritti al caos
della morte in croce di Dio ed all'ancor più grande caos della Risurrezione
(che in questa Via manca) e, nel futuro, all'umanità divinizzata nel movimento
contrario alla incarnazione (l'uomo risorto immortale...proprio come Dio).
Non voglio però trovare in quest'opera un trattato religioso, ma com'è nella
vocazione dell'Arte un qualche cosa da rivelare (Dio usa l'arte della scrittura
per la sua Parola)
Cosa mi rivela l'opera di Carlo?
L'invito ad uscire dalla logica dell'uomo che guarda per entrare nell'Illogico
del Dio che si fa guardare.
Nell'illogico di un Dio che si relaziona all'umanità trovo l'illogico di un
Dio che si innamora dell'umanità fino a morire in croce per un'umanità nemica.
Nella Via Crucis non è Dio che fa paura all'uomo ma l'uomo che fa paura a Dio,
nel suo soccombere sotto il peso della croce e della morte emerge però l'amore
sconfinato di questo Dio che ama follemente il nemico.
Guardando questi quadri si ha la percezione che non importa tanto la storicità
della Via Crucis e della figura del Gesù storico, ma che solo l'amore è
credibile e che questo diventa VITA. “

Don Marco Camillo Visconti


LA VIE EN ROSE
Pittura dove le situazioni compositive sembrano prendere volume per divenire forme in un vasto e ben definito spazio. Carlo Brenna si muove in un cotesto artistico tutto suo , deve la tematica è ambientata in una spiritualità di architetture frutto di una attenta analisi che gli permette di maturare una personale ricerca espressiva. Viviamo in un periodo di confusione culturale ed umana, con un’arte troppo spesso ridotta a gioco o a clamore pubblicitario ed allora questa è una pittura sostenuta da un solido disegno e da una vocazione, quella di proporre un universo in cui persone e strutture riprendano una loro povertà essenziale con il gusto di restituire alla materia ed all’anima in fascino della loro funzione, Ed ecco la bellezza austera delle volte e delle cupole, pervase dalla luce in un ritmo prezioso di segni e di colori in un completo raffinato pittoricismo dai misurati valori tonali , linee fluide e sinuose che, attraverso una plasticità tridimensionale , innalzano inni e visioni di grande spiritualità. Vi si muovono figure femminile come statue, dai volti senza tratti, nei busti e nei torsi dai ricchi seni, la0rtista ci mostra sempre un sogno, la sua visione ideale del mondo di poca fretta ma di molta bellezza, un mondo diverso, una fioritura dell’ideale platonico posto nell’immensità dello spazio. La luminosità è diffusa, sorgiva di leggerezza, espansiva ed invadere tutte le parti della pittura, dando al messaggio una essenza vitale e coinvolgente. E poi c’è quella Venezia immersa nel buio della notte con quell’improvviso susseguirsi di bagliori che ricordano decorazioni, mosaici, cristalli nel misterioso riptersi di quegli elementi sempre uguali, bellissimi, infiniti , per dare un senso della continuità di un ritmo, per Carlo Brenna, senza tempo, senza limite di spazio, il tutto nella esaltazione estetica del trascendente, del metafisico,della costruzione, del divino. Un compito grande, un compito da immortali , perseguito da Carlo Brenna in nome di una proposta artistica che possa appartenere all’Umanità. Si può chiamare questa la “pittura dell’immortalità” e mentre il denaro sacrifica la qualità, l’artista elevando luminose cupole perpetua la propria esistenza.

Giorgio Falossi il quadrato 2017 Pittori e scultori proposta alla accademia reale svedese per l’assegnazione dei premi nobel agli artisti