NEWS

08-04-2017
ECCE VITA
SONCINO / Cremona sala della filanda

ECCE VITA
mostra personale di CARLO BRENNA
Con IL PATROCINIO DEL COMUNE di SONCINO ( Cremona )
Sala mostre della FILANDA dal 8 AL 17 APRILE 2017
E’ nella suggestiva atmosfera medioevale dell’incantevole borgo di Soncino ( Cremona), che l’artista milanese CARLO BRENNA ha scelto di esporre al pubblico le sue opere in una mostra personale dal titolo ECCE VITA , caratterizzata dalla sempre e costante rappresentazione dell’universo femminile.
La poetica contemplativa di ECCE VITA permea e avvolge di magica atmosfera anche tutte le altre opere esposte nella seconda stanza della sala mostre della Filanda
La tecnica dell’affresco , rivitalizzata e resa contemporanea dall’opera de maestro CARLO BRENNA , ben si colloca in questi luoghi densi di storia e come un sortilegio si intreccia con il fascino che emana la Rocca Sforzesca, che imperiosa si lascia ammirare dalle ampie finestre .
ECCE VITA, presentata al pubblico in questo periodo pasquale, esprime un sentimento profondo che induce ad una riflessione sul tema della vita e del suo scorrere . Infatti ECCE VITA è il titolo scelto dal maestro milanese CARLO BRENNA per proporre la sua personalissima VIA CRUCIS, realizzata con la tecnica dell’affresco nell’ anno 2014.
Di seguito si propongono testi critici e di riflessione che ben aiutano l’osservatore ad entrare nella simbologia del maestro.
“ECCE VITA è pensata, ideata e realizzata secondo lo spirito che permea l’intero operato artistico di Carlo Brenna. Realizzata in dodici stanze con la tecnica dell’affresco su tavola, in una rappresentazione metafisico-surreale , l’artista colloca , interpreta e rende contemporaneo i temi della via crucis , dove gli elementi che vi compaiono tendono a modellare un tempo infinito dato dalle contemporanee presenze di elementi del passato e del presente . In particolare l’artista fa suo il percorso iconografico e lo re-interpreta secondo una sua simbologia , un pensiero che è costante nel suo percorso artistico che vede la figura della donna centrale alla vita.
Simbolicamente per Brenna la figura femminile esprime l’esternazione dell’IO, il rifugio, la sofferenza, l’amore, la vita stessa. La Donna diventa quindi per Carlo Brenna il simbolo concreto della passione che nella sofferenza dona la vita.
Corporalmente Cristo è Madre, nel suo calvario nel donarsi per dare al mondo una nuova vita. Trovo che la composizione scenografica e l’emozionante cromia , basata sugli opposti caldi – freddi , creano una atmosfera dove i sensi si fondono in equivocabili tensioni mistiche e terrene, che riconducono alla contemporaneità ed alla quotidianità degli eventi . Possiamo notare, nel linguaggio espressivo di Carlo Brenna , la non presenza fisica della croce, che metaforicamente e’ espressa da ciò che l’uomo costruisce, le “architetture” le quali segnano l’infinito tempo che scorre e contemporaneamente suggeriscono la duplice condizione : il mondo che schiaccia, opprime la “ donna vita” , ed inversamente la “donna vita” , nella sua debolezza sorregge il mondo. Vedasi la II stazione e le stazioni delle tre cadute. “
Luigi Consonni


“….. Strutture eloquenti e silenziose che all’occhio dell’artista saranno scelte a testimonianza delle tracce di una civiltà immaginaria mai vissuta , scomparsa ma ritornata alla luce, sotto la spinta di un creatore che si chiama Carlo Brenna. Drammatiche sinfonie di bianchi e pallidi rosa, forme di ombre che vanno e degradano verso l’azzurro e luci come aurore che si tingono di giallo . Il tutto inserito in un equilibrio di forme classiche per rendere percepibile un luogo ed un tempo di misteriose solitudini, di lunghe dolcezze, di tracce caduche. Tra queste vestigia, la figura femminile , materna nell’aspetto dai seni carichi, dolorante nel volto reclinato dai pesi della vita, altera nell’erigersi come marmorea statua sul viale da percorrere. In tale atmosfera il rigoroso disegno crea architetture e scalinate , cupole od archi e la prospettiva proietta sulle acque piccole vele e nubi stratificate sul cielo. Una pittura volutamente sognata e simbolica che dipinge il flusso del tempo tentando di fissarne figure, ombre,presenze e simboli.
Per essere artisti di tale livello bisogna vivere l’arte in una antica struttura affrescata e testimone velata nell’operosa Brianza, bisogna essere figli d’arte , bisogna avere cultura e determinazione, bisogna chiamarsi Carlo Brenna-
GIORGIO FALOSSI edizioni Il quadrato 2016

“Mi rivolgo a te osservatore che inconsapevole stai guardando.
Stai cercando riferimenti classici , cose già viste … ma qui non ne troverai.
Questa è la partenza , l'inizio di un viaggio , forse il più difficile che dovrai affrontare.
Liberati della tradizione,accantona il catechismo e indossa l'essenza del mondo,
accogli a pieno in te la metafora,falla scivolare sulla vita e incomincia il percorso.
Ma devi abbandonare ogni pregiudizio e regola come queste opere insegnano.
Qui Gesù è donna e Venezia è Gerusalemme.
Qui le angosce più profonde si materializzano in oniriche visioni senza tempo e senza spazio ; Oggi è mila anni fa.
Questo è il posto peggiore , dove la morte in maschera veglia sul luogo del teschio , pronta a schiacciare chi non è saldo.
È una sofferenza lunga una vita ,
il veleno dell'anima , mutevole ed ingannevole è instillato in ogni nostra azione ripetitiva e comandata … pronto a farci crollare .. ancora e ancora una volta , fino a usare chiodi di colpa e un martello di rimpianto per fissarci alla croce della fine.
Un pubblico morente senza volto ci assisterà e ci finirà con lance di rettitudine e compassione , con speranze di “sentito dire”.
Ma c'è una via d'uscita!
La via della ricongiunzione con l'essere assoluto presente in ogni esistenza , l'assoluto in e intorno a noi.
L'ascolto sempre più attento del richiamo che cerca di svegliarci … e la comunione con la verità, il senso più umano e reale salverà lo spirito per un nuovo inizio,
là dove tutto sarà compiuto.
Matteo Mascheroni


.. “ all’arte vi aggiunge un tocco di poesia e poi ancora una vena mistica e filosofica. Carlo Brenna ci stupisce con la non facile tecnica dell’affresco. Ed allora mi sovviene Giotto e Leonardo e Michelangelo. La storia dei grandi maestri continua. “ GIORGIO FALOSSI