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13-05-2002
VIENNA SUL LAGO : IL BALLO DELLE DEBUTTANTI
STRESA - BRENNA E' L' ARTISTA DELL'ANNO 2002 AL BALLO DELLE DEBUTTANTI
Carlo Brenna

2002
Carlo Brenna è nato a Milano che è anche luogo della sua formazione artistica. Ha esposto le sue opere in numerose personali in Italia e all'estero. "Due sentieri per soddisfare il desiderio e l'esigenza di assoluto. Quello dell'immaginazione e quello dell'amore. Nel frattempo un turbinio estetico senza tregua nel riproporre quel suo particolare, insolito leivmotiv: la donna. La donna in tutta la sua metafisicità, con tutte le sue molteplici sfaccettature. La donna simbolo dell'amore inserita nel più ampio contesto di una società che le appartiene, di un'architettura che è sua, nella dolce tavolozza dei sentimenti che sono la veste più appropriata del suo esistere. E' così che Carlo Brenna concepisce il suo modo di fare arte. Con tutta l'autonomia dell'artista sulla tela nasce l'affresco di una sua nuova era interiore. Non è sufficiente parlare di fatto estetico o di bellezza od anche di carisma, poichè la legittimazione del lavoro di questo artista sta proprio nella virtù del suo linguaggio. Ogni soggetto d'ogni sua opera ci propone dei simboli, dei codici, delle chiavi d'ingresso al suo mondo interiore. Decifrare tutto questo significa comprendere ogni sentimento e compiere quel passo in più per varcare la soglia della fantasia-realtà o della realtà-fantasia. C'è anche una rigorosa motivazione intellettuale risultato, di anni ed anni di lavoro e di ricerca fino a scoprire ed offrire al fruitore quegli spazi che nascono dall'emozione.
E' allora che tutta l'opera diviene luminosa e luminoso diviene il mondo nel quale essa è inserita. Nasce un'immagine altamente lirica che pare altalenarsi in sospensione fra la realtà di oggi e la memoria del passato. Il processo evolutivo di Carlo Brenna non rimane circoscritto nei messaggi evocati dalle sue opere, nelle rivelazioni che eventualmente propone nella ricerca cui tutte ne sono il risultato, c'è un qualche cosa in più: una voce, un segnale, un monito forse, che propongono riflessioni sia per la loro profonda religiosità che per il fatto che possono essere anche altamente profane. Ogni opera di Carlo Brenna è l'identità di un volto o di una situazione od anche, senza timore di esagerare, di un'epoca; è un avvincente itinerario, una esaltante carrellata che non disconosce l'assolutezza di certe immediatezze e la pacata sensualità di certe magiche armonie. Sonorità di antichi strumenti, cieli e vetrate, riflessi e colonnati, cattedrali e piazze infinite, suggestivi orizzonti che evocano città fantastiche che forse esistono veramente o che, forse, esistono solo fra le righe di un pentagramma o fra i colori di una tavolozza che appartengono unicamente alla fervida immaginazione di questo artista. Una donazione che diffonde tutto ciò in una atmosfera carica di contenuti essenziali, di poesia e di una ben precisa visione che è anche istintiva percezione di valori poetici ed umani. Sergio Tinaglia "Un'atmosfera serena, quasi mistica, che porta a continue riflessioni è quella che si respira nell'ammirare l'opera di questo artista.
Brenna ha infatti la virtù di dare la vita attraverso la figura femminile sempre immersa nei paesaggi incantati, delicati tocchi di colore e accostamenti cromatici come dolci e delicati sono i corpi femminili che emergono da paesaggi onirici, senza tempo, né età.
La donna, per l'artista, racchiude tutta la positività della natura, dell'umanità; niente di lei è negativo. Sotto quelle maschere (infatti non hanno mai il volto) simili ad elmi di guerrieri medioevali, si nasconde ogni essere umano con tutte le sue cariche positive.
Brenna sfida lo spettatore a scoprire, risvegliare la sua fantasia e la ricerca di cosa si cela dietro quei volti misteriosi."
Giulio Dotto
Dunque che cosa sono io?
Una cosa che pensa.
E che cosa è una cosa che pensa?
Una cosa che dubita, che concepisce, che ferma, che nega, che vuole,
che non vuole. Che immagina anche e che sente.
Certo non è poco, se tutte queste cose appartengono alla mia natura. Io ho certamente la facoltà di immaginare; poiché‚ sebbene possa accadere che le cose che immagino non siano vere, cionondimeno questa facoltà d'immaginare continua ad essere realmente in me,e fa parte del mio pensiero. Il mio spirito si compiace di smarrirsi e non può contenersi ancora nei giusti limiti della verità.
CARLO BRENNA
Studio: SESTO S. GIOVANNI, via Tonale 7
Sito internet: http//users.iol.it/simofra